La fortezza del Girifalco è chiamata oggi anche fortezza Medicea poiché nel 1561 le antiche mura medievali vennero restaurate e modificate su incarico del Granduca Cosimo I de’ Medici.
Questa imponente e affascinante struttura trapezoidale è delimitata da imponenti mura con quattro bastioni angolari differenti per forma e dimensione.
All’interno delle mura si trova un ampio giardino, il cortile interno e il palazzo del Capitano, ognuno dei quali presenta delle caratteristiche affascinanti e di grande interesse.
Il corpo di guardia si trova all’interno delle mura a sinistra del bastione Santa Margherita. Ha una pianta quadrangolare e si sviluppa su due livelli: quello inferiore costituisce il principale accesso alla fortezza e presenta una volta a padiglione.
In corrispondenza dell’ingresso sono visibili gli spazi che alloggiavano i meccanismi del ponte lavatoio. In origine l’accesso al piano superiore avveniva attraverso una scala segreta, tutt’ora visibile, mentre il collegamento diretto al Mastio è garantito da una scala che è stata oggetto di restauro nel 1969.
Il Mastio, o palazzo del Capitano, è la parte più antica della fortezza poiché la sua facciata verso il cortile è presumibilmente l’unica traccia rimasta della rocca medievale.
Questa rocca nel 1527 fu collegata alla cerchia urbana attraverso due mura, andando a costituire uno splendido cortile interno al cui centro si trova una cisterna interrata che garantiva l’approvvigionamento dell’acqua.
Il palazzo è diviso in 3 piani, ciascuno di 200 metri quadri, dal cui ultimo e imponente livello è possibile accedere ad un camminamento che percorre l’intero muro di recinzione del cortile interno e che offre quindi la vista di un panorama di ineguagliabile bellezza sulla Valdichiana e sul Lago Trasimeno. Nel 1556 furono inseriti i bastioni, portando il mastio alla nuova funzione di dimora dei soldati e del castellano.
Rivolto a nord-ovest verso la chiesa omonima, il “mezzo baluardo di Santa Maria Nuova presenta un fianco ad angolo retto ed uno radente alle mura cittadine, sulle quali si innesta.
Nel 2010 si è completato il recupero del bastione, al cui esterno è stato inserito un montacarichi grazie ad un progetto di ricerca e riqualificazione e dalla collaborazione tra il Comune di Cortona, la Soprintendenza di Arezzo, il dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze e al cofinanziamento del Monte dei Paschi di Siena.
Il Bastione di Santa Margherita prende il nome dalla chiesa omonima verso cui si volge, a sud-ovest della città. Di forma pentagonale, oggi è l’unico bastione ad aver perso la copertura originale presumibilmente, visti i pochi resti, costituita da volte.
La rampa cordonata soprastante consente il raggiungimento della punta del bastione e costituisce oggi un punto privilegiato e suggestivo dal quale godere dello splendido panorama verso la Valdichiana e il Lago Trasimeno.
Dal fianco rivolto verso la città di Cortona si può accedere alla feritoia da cui si controllava l’ingresso alla fortezza.
Questo bastione riceve il suo nome dal monte più alto delle montagne cortonesi verso le quali la sua punta si rivolge.
Dalla caratteristica forma lanceolata, ovvero costituito da due fianchi curvi simmetrici, ha una sola camera interna che ospitava due cannoniere per la difesa radente.
Il bastione di San Giusto è collocato all’esterno delle mura della città e si contraddistingue per la sua forma asimmetrica con un fianco lanceolato chiamato “orecchione” ed un fianco diritto che si innesta in quella che era la cinta muraria preesistente.
L’interno del bastione san Giusto è molto caratteristico; esso si compone di una sala principale voltata e scandita da archi e contrafforti che delimitano altri ambienti laterali più piccoli anch’essi voltati.
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