La Storia

"Essa è d’una figura irregolarissima siccome ancora i di lei bastioni, perché si assoggettarono nel fabbricarla alle irregolarità del monte, ed hanno voluto da un altro canto profittare degl’antichi recinti." Odoardo Warren, 1749

La presenza di una fortezza sul poggio che domina Cortona è presumibile fin dal VI-V secolo a.C., quando la cerchia muraria etrusca aveva un’estensione quasi corrispondente al tracciato tuttora visibile. Le prime fonti storiche che descrivono una bella e forte Rocca risalgono tuttavia al 1258. Più volte presa e saccheggiata nel corso delle guerre con Arezzo, nel 1411 fu venduta, insieme all’intera città, alla Repubblica Fiorentina, che a partire dal 1527 ne avviò la ristrutturazione. Come primo intervento la rocca fu collegata alle mura urbane, dando così origine al cortile centrale di forma pentagonale.

Occorre attendere la metà del XVI secolo e la massiccia militarizzazione dei territori medicei perché la fortezza acquisisca l’aspetto attuale. A partire dal 1556 e per volere di Cosimo I de’ Medici, furono realizzati i quattro bastioni ed il rivellino, opera dell'ingegnere militare Gabrio Serbelloni e dell’architetto cortonese Francesco Laparelli, i quali collaborarono anche alla progettazione delle fortificazioni de La Valletta a Malta.

Infatti, nel corso del ‘500, l’introduzione delle artiglierie rese necessaria la progressiva sostituzione delle mura medievali, progettate per la difesa piombante ed ormai inadeguate, con fronti bastionati studiati per la difesa radente (o fiancheggiamento). Questa nuova tecnica alternava cortine (tratti rettilinei) e bastioni (di forma dapprima curvilinea e poi poligonale) secondo lo studio geometrico delle traiettorie di tiro; la massa dei bastioni, di pietra o terreno compatto, permetteva di resistere ai colpi dell'artiglieria.

La fortezza del Girifalco, tuttavia, non è mai stata utilizzata in guerra e nel 1766, dopo l’avvento dei Lorena, fu disarmata e ceduta alla Comunità di Cortona, che la utilizzò come carcere cittadino.

Nei secoli successivi, con la fine del Granducato di Toscana nel 1860, fu depredata di legnami e pietrame. Durante la seconda guerra mondiale, divenne rifugio per 250 figlie di italiani all’estero e postazione strategica sia per i soldati tedeschi, che vi installarono una radio trasmittente, sia poi per i soldati alleati.

I restauri del 1959 e 1969 hanno reso accessibili ai visitatori il mastio ed il cortile. Nel 2010 si è concluso il recupero del bastione di Santa Maria Nuova, con l’inserimento di un montacarichi esterno per migliorarne l’accessibilità e consentirne nuovi usi.

Testi e materiale grafico a cura di Aura Gnerucci, Maria Teresa Idone, Dania Marzo
Elaborazione dagli esiti del laboratorio di tesi interdisciplinare sul tema della fortezza del Girifalco, svolto presso la Facoltà di Architettura di Firenze e coordinato dai Proff. Giacomo Pirazzoli, Amedeo Belluzzi, Pietro Matracchi.

Per visualizzare lo studio completo si veda:

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